Il tempo passa e il calendario ne scandisce il ritmo. Ieri appeso al muro c’era il 2016, oggi c’è il 2017. Oltre al calendario ogni anno cambiano le aspettative e si riducono, almeno così sembra, le possibilità di ottenere e fare quello che desideriamo.
A volte parlando con le persone capita di sentirsi dire “mi piacerebbe fare …” e poi continuare la frase con “ma ormai sono troppo vecchio”, “ormai è tardi, avrei dovuto pensarci prima”, oppure “chi sa cosa penserebbero di me”. Così restiamo fermi, immobili, con il desiderio di fare ma la frustrazione del non poterlo fare per colpa del tempo che ci ha portato via il momento migliore per l’azione. I limiti che ci diamo sono tra i più svariati, si va dal “non ho le capacità per acquisire quelle competenze” passando per “sarebbe bello ma ho una certa età” fino al sentire le restrizioni temporali imposte dalla società come una realtà di fatto, “alla mia età devo pensare al mio futuro e cercare un lavoro stabile”.
Il 4 gennaio 2017 Robert Marchand, un ex pompiere francese, all’età di 105 anni, nel velodromo di Parigi ha battuto il record mondiale dell’ora in bicicletta nella categoria ultra centenari, percorrendo 22 km in 60 minuti!! (notizia ANSA)
Già di per se questa notizia può essere un esempio di come essere anziani, o l’età in generale, non sia un vero indicatore di ciò che ci è possibile fare. In aggiunta, questo incredibile risultato ottenuto da Robert Marchand non è dovuto ad una vita passata a correre in bicicletta. L’ex pompiere, infatti, ha iniziato ad andare in bici a 60 anni e nonostante all’età di 20 anni i medici troncarono la sua carriera di ciclista mettendone in dubbio le doti fisiche.
In un esperimento, riportato nel libro Counter Clockwise del 2009 (testo disponibile solo in inglese), la psicologa Ellen Langer, docente presso la Harvard University ha dimostrato l’influenza che la mente può avere sull’invecchiamento.
In pratica, in questo esperimento, venivano fatti abitare dei settantenni per cinque giorni in un monastero nel New Hanpshire. Tutto all’interno del monastero, l’arredamento, gli utensili, i libri sugli scaffali e le riviste erano stati progettati per evocare il 1959, anno in cui i soggetti erano ancora giovani. Le televisioni e le radio trasmettevano solo musica, film e programmi dell’epoca. All’interno della struttura gli anziani dovevano vivere e comportarsi come nel 1959, dovevano commentare le notizie usando il tempo presente, fare le azioni quotidiane senza aiuto (es. salire le scale, portare le borse ecc..). Non c’era la presenza di specchi e le foto ritraevano esclusivamente i soggetti da giovani.
Una settimana dopo il gruppo di anziani, precedentemente valutati, ha mostrato miglioramenti nella forza fisica, l’abilità manuale, l’andatura, la postura, la percezione, la memoria e le attività cognitive in generale.
Questo esperimento che va preso come spunto di riflessione, non essendo mai stato pubblicato su una rivista scientifica, ma rispettando tutti i canoni di un esperimento tradizionale e pubblicato sul New York Times, mostra che spesso i confini che ci poniamo sono limiti dettati dall’ambiente esterno (società, giudizi degli altri ecc…) e dalle aspettative che ci siamo creati su noi stessi (vedi il mio precedente articolo “di cosa sono fatte le nostre gabbie”).
Certo non siamo tutti uguali e non dobbiamo forzatamente cambiare, ma se decidiamo di intraprendere un percorso o di terminarne uno, magari interrotto molto tempo indietro, è bene sapere che molti dei limiti che vediamo sono in gran parte costruiti da noi.
Come spiega Daniel Kahneman, psicologo e premio Nobel per l’economia (assieme a Vernon Smith nel 2002), in un articolo per la piattaforma “edge.org”, siamo vittime della “focusing illusion”.
Secondo questo principio, le persone nel prendere una decisione vengono condizionate da un parametro imposto da noi stessi o dagli altri. In questo caso il parametro potrebbe essere dettato dalla nostra età, dalla nostra condizione sociale, oppure dal nostro stato fisico e mentale. Riuscire a distanziarsi da questi pensieri potrebbe aiutarci a liberare la nostra creatività e a comprendere che non esiste un momento preciso per compiere una scelta, siamo sempre in tempo per fare quello che desideriamo purché lo si voglia con consapevolezza e motivazione.